Dopo la benedizione per il cammino ricevuta a San Nicolas, un piccolo gruppetto di (relativamente giovani) pellegrini è partito per le mesetas. Elisa e Serena, le due ragazze italiane conosciute ieri, Tim, simpatico ragazzone tedesco che ride sempre, Jolanda, ragazza lettone che ormai da dieci giorni condivide il cammino con Elisa, ed il sottoscritto. Dopo tanti giorni di cammino (quasi) solitario, è un piacere muoversi con altre persone. Abbiamo però obiettivi differenti e, mentre Elisa, Tim e Jolanda puntano ad una micro-tappa di 15km, Serena ed io abbiamo un programma più impegnativo. Ci separiamo quindi al primo paesino e affronto con Serena le prime mesetas.
Mi aspettavo un’altra tappa a base di mesetas, pace e tranquillità, ma già dopo una decina di chilometri il paesaggio cambia. Il cammino affianca per lunghissime tratte una strada dritta dritta, mettendo a dura prova il pellegrino che non riesce a valutare le distanze e a intuire come dosare lo sforzo.
Serena è una quasi maratoneta e scopro con piacere di aver trovato un’altra persona con il mio stesso passo. In generale, lei punta a tappe più brevi delle mie, ma per oggi abbiamo la stessa destinazione. Camminando insieme si verifica anche un altro effetto: tanti dolorini spariscono o, più semplicemente, non si notano. La conversazione con Serena (in italiano, finalmente) è molto varia e piacevole, e il tempo è volato. Siamo arrivati a destinazione molto presto e, per la prima volta, vivo il pomeriggio del pellegrino medio. Chiuso insieme agli altri nel locali più caldi a scrivere il diario, massaggiarsi i piedi, discutere di tappe, provenienze, cibi, dolori, motivazioni ecc. Niente male direi, anche perché fuori diluvia.