Lunedì 4 marzo 2013. Viaggio: giorno 4. In Nepal: giorno 3.
Oggi ho fatto la conoscenza con la persona che mi seguirà passo passo per i prossimi 15 giorni. Inoltre, ho stabilito un primo contatto con gli autobus pubblici nepalesi.
Appuntamento alle 6 in albergo con la guida: si chiama Suraj Pokhrel, molto tranquillo, un ragazzo di 21 anni che alterna studi di sociologia (ha quasi finito la laurea breve) all'attività di guida. Ha iniziato 5 anni fa come portatore semplice, per poi diventare ufficialmente guida due anni dopo. Ha ormai percorso l'Annapurna Circuit una quindicina di volte, in tutte le condizioni, compresa la stagione delle piogge (esperienza horrible, dice). E' un po' timido e la conversazione non è facilissima, ma sa sicuramente il fatto suo. Tutte le volte che può anticipa le mosse rispetto agli altri escursionisti, tanto che sono stato il primo a salire sull'autobus, il primo a completare la registrazione, il primo a ricevere il pasto… insomma, finora tutto bene, anche se non ha la facilità comunicativa o la cultura ad ampio spettro della guida di ieri.
Veniamo ai mezzi di trasporto. Ne esistono di diversi livelli, dagli autobus turistici di lusso con aria condizionata e tv, ai carretti trascinati a mano. Oggi ho viaggiato su un normale autobus di linea nepalese, lo stesso che prendono le persone del posto. L'autista (vedi foto) ha una maglietta che è tutta un programma e Suraj ha tramato per farmi avere, ancora prima che lo chiedessi, il posto migliore, quello davanti con più spazio per le gambe. Abbiamo impiegato 9 ore per fare 185km, con ultima ora su strada in condizioni spaventose. La foschia di oggi ha limitato la grandiosità dei paesaggi e ho potuto concentrarmi sulle persone; oltre agli ovvi occidentali che come me si dedicheranno al trekking, ho trovato alcuni personaggi locali davvero notevoli, dalla vecchietta che trasporta un sacco da 40kg, alle mamme allattanti, dal tizio coi galli vivi in mano, ai bambini in giacca e cravatta (la loro divisa scolastica).
Bella la figura dell'helper, un tipo che resta quasi tutto il viaggio appeso fuori dalla porta del bus, pronto a lanciare informazioni in codice all'autista in caso di emergenze, clienti, o qualunque altra cosa possa succedere. E i numerosi bus in avaria abbandonati lungo la strada testimoniano quanto spesso tali inconvenienti possano capitare.
Per concludere, ecco una fotografia del complesso dove dormirò questa notte. Posto piacevole, tranquillo, ed estremamente economico. In realtà non devo pagare nulla perché l'alloggio è già compreso nella quota, ma una stanza doppia costa l'equivalente di 2 euro…