Lunedì 27 maggio 2013. In viaggio: giorno 89. In Cile: giorno 2.
Valparaiso è una bella città di 275mila abitanti, affacciata sull'Oceano Pacifico, situata poco più di 120km a nord-ovest di Santiago del Cile. Come struttura assomiglia un po' a Genova; pianeggiante vicino al mare, poi una serie di colli disposti a ventaglio tutti intorno. Valparaiso ha la piacevole caratteristica che nel corso di un anno le giornate di pioggia si possono contare sulle dita delle mani: 6 o 7 giorni di acqua all'anno, o poco più. Oggi, lunedì 27 maggio 2013, è stata una di quelle sei. Non solo pioggia, ma una vera e propria inondazione, con acqua a secchiate, tombini esplosivi e tutte le strade trasformate in torrenti in piena.
Ieri sera all'aeroporto di Santiago è venuto a prendermi Emanuele, amico di vecchia data, ex-vicino di casa a Trento, nonché fratello di una mia ex storica. Dopo alcuni anni come precario della ricerca in Italia e in altre parti del mondo, si è spostato proprio a Valparaiso, dove lavora come professore universitario. E' davvero strano e piacevole essere accolti da una persona così familiare, pur trovandosi dall'altra parte del mondo. Grazie Emanuele! Dall'aeroporto all'ostello abbiamo dovuto usare una lunga sequenza di mezzi di trasporto: pullman, autobus, micro, metropolitana, e taxi collettivo. Se fossi stato da solo sarebbe stato un gran guaio, anche perché in alcuni casi è stata necessaria una contrattazione non banale in spagnolo.
Come scrivevo sopra, oggi l'ira del cielo si è scatenata su Valparaiso e non sono riuscito a scattare nemmeno una fotografia decente. Ho fatto solo una breve passeggiata fra le viuzze e i colli, bagnandomi come un pulcino. Interessanti le librerie nelle quali mi sono spesso rifugiato, così diverse da quelle alle quali siamo abituati: piccoli locali, traboccanti di libri, alcuni nuovi, alcuni vecchi, alcuni antichi, in tutte le lingue, sugli argomenti più disparati, con il libraio più interessato a raccontare storie (in ottimo inglese) che a vendere libri. Quando ho preso in mano Viaggio in Italia di Goethe, una vecchia edizione degli anni '60 in inglese, mi ha presentato il libro come fosse un suo caro amico e ha voluto leggermi la pagina dedicata a Trento. Peccato che la città non ci faccia per niente una bella figura.
Poi, Emanuele a pranzo mi ha portato in un localino semplice ma di qualità, dove ho potuto apprezzare la differenza di prezzi fra Rapa Nui e il “continente”. In due abbiamo speso meno della metà di quello che da solo spendevo sull'Isola di Pasqua… notevole.
Pomeriggio tranquillo e all'asciutto in ostello, raccogliendo informazioni sul prossimo viaggio in Perù. Prima certezza: ci saranno da fare parecchi viaggi in autobus, su strade capricciose, a colpi di 24 ore alla volta.
Ciao Michele, ma nel lungo tranfer by bus andrai per caso verso machu picchu? invidia somma invidia…
buon proseguimento e fai tante foto! 🙂 a rileggerti
non ho ancora definito per bene, inizialmente volevo evitare il turismo di massa, ma pare che anche facendo un giro alternativo alla fine si passi di lì comunque. Aggiornamenti a breve…
…una domanda sorge spontanea : spesso nei tuoi racconti compare la pioggia in luoghi dove normalmente è un evento abbastanza raro…ma non è che sei tu che te la stai portando dietro a mò di nuvola di Fantozzi? 😛 …bè, certo che anche a Trento non scherziamo in quanto a maltempo! :(…e abbiamo trovato un freddo insolito anche a Roma, con folate di vento a 90 Km orari…brr!!!
Vedi per lo meno di riportarci il sole, quando tornerai 😉
beh, c’è da dire che sono stato molto fortunato i primi due mesi. Anche adesso comunque non mi posso lamentare, anche nelle situazioni più umide il mio angolino di cielo blu l’ho (quasi) sempre trovato. Sicuramente porterò il sole al mio ritorno, vedrai! 😉