Venerdì 14 giugno 2013. In viaggio: giorno 107. In Perù: giorno 16.
Che incredibile coincidenza! Questa mattina ho dormito fino a tardi, recuperando così dalle fatiche del viaggio di ieri da Puno a Arequipa. Ho scelto un ostello molto centrale, uno delle decine e decine che si trovano in questa grande città da oltre un milione di abitanti. Ho aperto la porta della stanza e… chi mi trovo davanti? Anna e Hendrik, la coppia di ragazzi tedeschi che hanno camminato con me sul Salkantay Trek una decina di giorni fa. Anche loro nello stesso ostello, nella stanza di fronte alla mia, siamo usciti proprio nello stesso momento. Dopo alcuni momenti di incredulo stupore ci siamo fatti una sana risata e ci siamo aggiornati sugli ultimi giorni.
Anna e Hendrik hanno seguito un itinerario completamente diverso dal mio, tanto che erano ad Arequipa già da quattro giorni, con in cantiere un altro breve trekking per domani e dopodomani dalle parti del profondissimo Colca Canyon. Io non avevo particolari piani per oggi, quindi ho molto volentieri accettato il loro invito a seguirli alla scuola di cucina peruviana prevista per questa mattina.
La prima attività del corso è la visita al mercato con l'insegnante chef. Ci siamo concentrati principalmente su banco dei frutti, banco delle patate, olive, e… banco delle stranezze. Le patate sono nate qui, e si vede. Esistono e sono usate più o meno comunemente oltre 3000 diverse specie, per tutti gli usi e di tutte le qualità. Il banco delle patate sembra infinito, con patate bianche, viola, nere, grigie, dolci, farinose, per finire con una frutto-patata che si può consumare cruda, bella croccante. Anche i frutti sono particolari, alcuni già visti in altre parti del mondo, altri completamente nuovi. Purtroppo ne ho dimenticato il nome, ma sono rimasto colpito da un grosso frutto verde e tondeggiante, che all'interno presenta una morbida pasta bianca, della consistenza di una mousse e il sapore / profumo di un passion fruit molto dolce. Slurp.
Per quel che riguarda le cose strane, ecco il banchetto che vende… feti di llama mummificati (vedi foto). A quanto pare sono utilissimi sepolti nelle fondamenta delle case, per renderle solide e fortunate. Se poi uno ha mal di gola, ecco il banchetto che vende il celebre succo di rana. Rane vere e proprie essiccate e frullate (ossa, pelle e tutto il resto) insieme ad uno strano liquido. Inutile dire che nessuno di noi aveva mal di gola in quel momento…
La cucina della scuola è ben equipaggiata e si trova nel bel giardino privato di uno degli ostelli più noti della città. A differenza della mia precedente esperienza da cuoco in Thailandia, dove ognuno cucinava esclusivamente per sé, qui abbiamo contribuito a turno alla riuscita di tre piatti comunitari.
Una ricchissima insalata (estremamente cipollosa) per iniziare. Poi una torta di patate e formaggio. Per concludere, peperoncini rocoto ripieni di carne, uno dei piatti andini più caratteristici.
Nel complesso, alcune ore di puro divertimento, con scorpacciata galattica finale. Un grazie a Anna e Hendrik per l'idea e per la compagnia.
La parte centrale di Arequipa è molto bella dal punto di vista architettonico, con molti edifici dal caratteristico colore bianco, comprese alcune chiese e piazze storiche ben tenute. Se avessi avuto un paio di giorni in più a disposizione, mi sarei dedicato alla scalata de El Misti (5822m), l'impressionante vulcano che domina la città, ma ormai ho i giorni contati e già domani partirò alla volta di Lima.
Riprenderò a scrivere sul blog una volta arrivato in Turchia (dopo il 19 giugno), ultima tappa del giro del mondo.
Ciao Miche!! Uau proprio bello il Perú!! Allora buon viaggio …a rileggenti in Turchia
Bello quel coso lungo arancione nella prima foto o_O
Com’è la piccantezza? Hai per caso accidentalmente imboscato qualche semino da elargirmi? :-p
Piccantezza mai esagerata da queste parti, anche se alcuni compagni di corso hanno dovuto chiedere un bicchiere di latte. Ehm, nessun semino, sorry… 🙁