Martedì 25 giugno 2013. In viaggio: giorno 118. In Turchia: giorno 7. A piedi: giorno 35.
Via Licia: giorno 2. Da Faralya a Gey, 24km.
Dopo il riposo di ieri, oggi ho voluto provare a fare una tappa impegnativa. Mi interessava scoprire l'effetto della torrida estate turca su chi si muove a piedi. Posso puntare a tapponi tipo quelli dell'anno scorso lungo il cammino di Santiago di Compostela (30km – 35km al giorno)? Devo limitare le forze e riposare durante la parte centrale della giornata? L'esito non mi è chiaro. Quella che sulla carta sembrava una tappa relativamente tranquilla – 24km – in realtà è stata molto dura. Non solo per i dislivelli, 1500m in salita, 1100 in discesa, ma anche per il terreno, in alcuni tratti piuttosto infido. Ora sono allegramente distrutto, anche perché mi sono fermato solo fra le 12:30 e le 15:00, camminando quindi per ore sotto un sole feroce. Per i prossimi giorni credo dovrò allargare parecchio la pausa pranzo, altrimenti rischio di schiattare.
Il momento peggiore è stato quando sono arrivato ad Alinca, verso le 12:30, bollito e affamato come un lupo. Sapevo dell'esistenza di una locanda, e già mi sognavo di pasteggiare e riposare per ore. Solo che non c'era nessuno, chiusa. Preso da sconforto, mi sono seduto all'ombra della casa e ho aperto il cibo d'emergenza: anacardi, albicocche secche, e rotolini di marzapane turco. Per fortuna i vicini di casa mi hanno notato e si sono affrettati ad aprire il ristorante. Un sollievo. Ah, la cuoca della locanda è la figlia della cuoca di ieri a Faralya; tutti parenti da queste parti.
Questa mattina ho bagnato per la prima volta i piedi nel mare. Sono infatti sceso fino alla spiaggia di Kabak, in mezzo ai tanti turisti che hanno passato tutta la notte all'aperto in riva al mare. Stavano ancora dormendo alla grande e mi sono quindi infilato in acqua senza fare rumore. Dalla spiaggia ad Alinca è tutto un salitone (quasi 800m di dislivello), prima nel bosco, poi allo scoperto. A far bene sarebbe meglio fermarsi verso le 11 del mattino e ripartire dopo le 16:30.
Dopo Alinca, la Via Licia impazzisce un po'. Pur di evitare un paio di chilometri di strada asfaltata, scende di brutto per una rampa un po' esposta, a picco sul mare, per poi risalire in modo altrettanto brusco. Sembra una scelta un po' demenziale, ma forse i tracciatori non hanno avuto tutti i torti. Le viste sul mare sono infatti splendide e in un paio di occasioni mi sono dovuto fermare in ammirazione (ok, ero anche cotto e mi sono seduto all'ombra di uno dei pochi alberi…).
Poco prima di Gey ho trovato un altro luogo estremamente suggestivo. Alcuni terrazzamenti, grandi ulivi, il mare in lontananza, nessuno in giro, solo i grilli. In questi giorni di silenzio e pace sto trovando l'occasione di riflettere molto, ma nel giardino degli ulivi ho avuto un momento di lucidità durante il quale tutto sembrava andare al suo posto. Un giorno mi piacerebbe tornarci.
Caro Michele, posso solo dire una cosa: meraviglioso! Buon proseguimento e… buone riflessioni. A presto. Luca
Grazie Luca!