Martedì 2 luglio 2013. In Viaggio: giorno 125. In Turchia: giorno 14. A piedi: giorno 42.
Via Licia: giorno 9. Da Patara a Kalkan, 16km.
Con un po' di tristezza, ho deciso che la tappa di oggi sarà per me l'ultima lungo il percorso della Via Licia. Troppo caldo durante quasi tutte le ore di luce, tanto più che dopo Kalkan il cammino si impennerebbe su per lunghe salite esposte a sud, in zone povere di villaggi e punti di ristoro. Probabilmente avrei potuto continuare, ma non senza correre qualche rischio legato all'eccessiva esposizione al sole. E' un buon momento per concludere, comunque. Ho visitato le rovine più significative dell'antica Licia, ho conosciuto gli abitanti di alcuni villaggi tanto isolati da essere quasi deserti, ho toccato spiagge stupende, raggiungibili solo a piedi o via mare. Complessivamente, ho camminato per 122km, niente male. Inoltre, Kalkan è una famosa località di villeggiatura, con un mare incredibilmente trasparente e spiagge pulite. C'è un po' l'effetto turistopoli, con inglesi assortiti ovunque, ma in questo momento mi va bene così. Mi fermerò a Kalkan una settimana, per poi proseguire in autobus verso Antalya.
Il tratto da Patara a Delikkemer, variante sud, è meraviglioso. Quasi tutto su larga mulattiera, si muove lungo la costa, con stupende viste sul mare e sulle isole poco distanti. Pochi problemi di navigazione, l'ideale per rilassarsi e godersi il cammino.
Da Delikkemer a Kalkan la mappa è decisamente fuorviante. Sembra che inizi quasi subito una strada asfaltata e quindi mi aspettavo di arrivare in poco tempo e senza soffrire troppo il sole ormai alto. Niente di più sbagliato. La strada asfaltata non esiste e abbiamo invece il re di tutti i tratti infernali. Nessuna ombra, sole a picco, vegetazione spinosa che attacca costantemente gambe e braccia, difficoltà a seguire i segnavia. Inoltre, è l'unico tratto di tutta la Via Licia che richiede assenza di vertigini e qualche semplice passaggio di arrampicata su roccia (a strapiombo sul mare). In compenso, lo spettacolo regalato dalla natura, con insenature, baie blu e verdi, scogliere, è uno dei più impressionanti di tutto il cammino. Ricorderò sempre il contrasto fra il desiderio di fermarmi ad ammirare quello che mi stava intorno, e l'esigenza di fuggire il più in fretta possibile per non beccarmi un colpo di calore, o peggio.
Poco fa, mentre giravo per i negozietti del centro, ho beccato una mini-libreria specializzata su tutto ciò che ruota intorno a questa regione della Turchia. Con grande sorpresa, ho trovato anche la famosa guida alla Via Licia in inglese (The Lycian Way, di Kate Clow), quella che è ormai introvabile e fuori stampa. Il gestore, un simpatico signore sulla sessantina che parla un eccellente inglese, mi ha spiegato che a suo tempo ne aveva ordinate mille copie, diventando così oggi l'unico punto vendita in tutta la Turchia dove è ancora possibile reperire la guida. Buono a sapersi, anche se ormai per me è troppo tardi (ne ho comunque comprata una copia).
I prossimi giorni probabilmente diraderò i post sul blog. Mi farò comunque risentire prima del rientro definitivo in Italia.
Ehi, puoi sempre tornarci in futuro, scegliendo bene il periodo per non fare a cazzotti con sole e calura un giorno si e l’altro pure; sei ancora giovine e di belle speranze ^^.
Quindi non avvilirti troppo, fetente d’un globetrotter che non sei altro ;-P
E a proposito di avvilimenti, non precipitare in depressione quando tornerai a Trento; qualora lo facessi, ricordati che sarai in tremenda compagnia (la mia).
Buon godimento degli ultimi giorni di questo tuo pazzo-pazzo giro del mondo ^^