Martedì 9 luglio 2013. In viaggio: giorno 132. In Turchia: giorno 21.
A piedi: da Kalkan a Bezirgan lungo la Via Licia; ritorno lungo la strada. Circa 25km.
Ieri ho proprio fatto fatica a fare la lucertola da spiaggia, tutto il giorno ad abbrustolire sotto all'ombrellone. Così oggi ho deciso di camminare ancora lungo la Via Licia. Zainetto leggerissimo, scarpe da ginnastica, bottiglia d'acqua e pacchetto di biscotti. Destinazione, il paesino di Bezirgan, nel mezzo dell'altipiano che si trova al di là della montagna che sovrasta Kalkan. Vista la stagione e l'esposizione a sud, il dislivello da affrontare è di tutto rispetto, quasi 900 metri per arrivare al passo che porta all'altipiano, più altri 200 metri circa per uscirne dall'altro lato.
Come immaginabile, la salita è stata dura, ma l'ho affrontata con molta leggerezza; quando uno è abituato allo zaino da 20 e passa chili, partire quasi a vuoto mette le ali. Mi sembrava di volare, saltando da un sasso all'altro. Grossi problemi di navigazione da Ulugöl alla strada (Domed cistern sulla mappa). Seguivo la traccia gps, ma non ho visto nemmeno un segnavia. Secondo me qualcuno ha boicottato il percorso, ripassando con vernice azzurrina e quasi invisibile i segnavia. Oppure il percorso è stato modificato e non me ne sono accorto.
Bezirgan è luogo di seconde case per gli abitanti di Kalkan, che spesso d'estate si spostano qui per sfuggire alla calura. Ho letto che durante l'inverno da queste parti si raggiungono temperature molto rigide. Probabilmente entrano in gioco gli stessi meccanismi climatici delle mesetas spagnole. Contrariamente a quanto mi aveva detto il gestore del mio albergo, non ci sono ristoranti a Bezirgan e per il pranzo mi sono dovuto arrangiare con i biscotti e con i prodotti dell'unico mini-market del posto. Occhio, il vecchietto del mini-market è un furbone che ogni volta ha tentato di imbrogliarmi sul resto, anche se in modo molto ingenuo. Sbagliava infatti in modo così clamoroso che era impossibile non accorgersene, e.g. invece di darmi 48 lire di resto, me ne ha date solo 3… e poi insisteva: “all ok, ah!“.
Mi sono fermato poco fuori dal villaggio, all'ombra di alberi frondosi, immergendomi per oltre tre ore in letture interessanti. Ieri ho finito di leggere Fuga sul Kenya di Felice Benuzzi, un classico dell'alpinismo che ho scoperto solo ora. Assolutamente consigliabile. Di seguito, oggi ho iniziato il ben noto Sette anni in Tibet, trovando incredibili parallelismi e comunanza di pensiero montanaro fra i due protagonisti.
La camminata pomeridiana, pur lunghetta, è stata tranquilla e, a parte la prima mezzora di ripida salita, piuttosto rilassante. Ho anche imparato una cosa nuova: ora so riconoscere l'odore delle carogne in decomposizione… A lato di uno stradino, sulla collina che sovrasta il paesello, i locali usano buttare le bestie morte, creando un ammasso di carcasse a cielo aperto. Ci sono passato molto vicino e ho quindi potuto apprezzare il puzzo molto caratteristico.
Come previsto, domani mattina mi sposterò in autobus ad Antalya.