Senza parole, da Thorung Phedi a Muktinath

Mercoledì 13 marzo 2013. In viaggio: 13 giorni. In Nepal: 12 giorni. A piedi: 9 giorni.

Annapurna Circuit: giorno 9. Da Thorung Phedi (4450m) a Muktinath (3760m), via Passo Thorung La (5416m).

Sono proprio senza parole. Un’esperienza unica, un po’ estrema, ma di grande soddisfazione. Dopo 8 ore di buon sonno in casetta glaciale mi sono alzato alle 3, pronto per una giornata importante.

Colazione standard, ultimi preparativi e poi, alle 3:50, la partenza. Freddo cane (a occhio direi -15°C), buio pesto e cielo zeppo di stelle. La prima parte di salita è subito durissima, ripida ripida, fino all’High Camp (4925m), dove molti dei miei amici degli ultimi giorni hanno passato la notte. Prima pausa per bere: una buona limonata, in un clima da incubo. Siamo all’interno della sala da pranzo dell’High Camp, ma è freddo, buio, e c’è una confusione infernale. Io sono già stanco e comincia a delinearsi il mio look di giornata…

Dopo pochi minuti ripartiamo, con la temperatura che crolla, il vento che bastona, e con tratti ghiacciati sotto ai piedi. Dicevo del mio look. A parte l’aver dato fondo a tutti i vestiari invernali, sulle mani ho due strati di guanti: all’interno dei normali guanti tecnici, all’esterno enormi manopole da sci. Così agghindato, non risulta molto facile soffiarsi il naso: bisogna fermarsi, togliersi entrambi i guanti, cercare il fazzoletto, e a quel punto morire congelati… La soluzione adottata è stata di ignorare il problema. Risultato: gigantesca ragnatela di muco congelato che si diparte dal naso, ingloba baffi e barba, per poi disperdersi elegantemente su giacca e pantaloni. Beh, a parziale consolazione, non ero certo l’unico ad esibire queste decorazioni.

Dopo High Camp la salita diventa più dolce e camminabile, anche se la stanchezza accumulata e le difficoltà di respiro si fanno sentire di brutto. Arriva anche l’alba, con delle viste mozzafiato, ma sono troppo impegnato a mettere un piede davanti all’altro per farci caso. Gli ultimi minuti prima del passo sono memorabili. Il temibile vento del passo che solitamente arriva dopo le 11 (si parte così presto proprio per evitarlo), oggi si è alzato alle 7. Difficile stare in piedi, impossibile tenere gli occhi aperti, la bocca costantemente spalancata riceve zaffate di ghiaccio, sento le labbra e il naso che perdono sensibilità. Stavo cominciando a disperare, soprattutto per il naso, quando Suraj mi indica una bassa costruzione in pietra. Siamo arrivati. C’è così tanta neve che anche il famoso cartello che si vede in tutte le fotografie è quasi completamente sommerso. Un po’ incredulo cerco riparo dal vento nell’edificio, dove un tizio vende the caldo ai camminatori devastati. Lo spazio è pochissimo e i trekker continuano ad arrivare, quindi verso le 7:30 ripartiamo per la discesa. Il freddo (secondo me al passo eravamo sui -25°C) ha anche ammazzato la batteria della fotocamera, che dopo una singola fotografia (quella con il cartello sommerso) è defunta.

La discesa è un vero incubo. Dai 5416m del passo e fino ai 4200m delle prime abitazioni il percorso è interamente su neve dura e scivolosa, con frequenti passaggi su ghiaccio. Ho rischiato di cadere centinaia di volte, ma fortunatamente sono sempre riuscito a recuperare l’equilibrio prima di farmi male.

Alle 11 eravamo già a Muktinath, stanchi ma contenti per l’avventura vissuta. Ora sono le 17:30 e ancora si vedono arrivare trekkers devastati, con occhi spiritati. Spero che i miei amici degli ultimi giorni siano arrivati sani e salvi. Poco fa ho visto arrivare un ragazzo che ha perso i guanti nel vento a metà salita e che ora vanta un’ustione da congelamento, cosa piuttosto seria.

Strada di Muktinath

Strano come questo paesino a 3800m, con strade di terra e edifici poco stabili mi sembri una metropoli. Allo stesso modo l’albergo, che per i nostri standard non avrebbe nemmeno mezza stella, mi sembra una suite di lusso. Come cambiano le prospettive!

 

Collinetta locale che assomiglia alle Dolomiti di Brenta, dalle parti del Grosté. Probabilmente è intorno ai 4500m...

 

5 thoughts on “Senza parole, da Thorung Phedi a Muktinath

  1. Miche!!!??? Queste foto sembrano emanare freddo…. Mentre leggevo mi sentivo giá i Piedi raffreddarsi!! Bravo continua cosí! Qui tutto bene ti seguiamo…. Federico guarda sul mappamondo e libretti dove ti trovi! Ciao ciao

  2. Che spettacolo cugi complimenti!!! Stai facendo un’impresa più unica che rara ti ammiro tantissimo e non vedo l’ora che arrivi la sera per leggere il tuo diario!!! Semplicemente fantastico!!! Continua così che vai alla grande!!! Cugi andrea

  3. Mi hai fatto ricordare di avere letto che messner per congelamento perse 7 dita dei piedi nella discesa del nanga Parbat. Ed il tuo disperare mi ha fatto immaginare quali pensieri ti passavano per la testa , ma Ultreja ti ha fatto superare quei momenti che penso saranno indimenticabili. Ciao e buona discesa.

  4. Che esperienza stai vivendo – ma dubito tu non te ne sia accorto di tuo!
    Continua così, ci vediamo a Luglio!

  5. quando vado a Folgaria (1000m) a camminare mi copro più di te sul passo Thorung La…(5416m) mmm…che freddo!!! 😉 😉

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