Domenica 9 giugno. In viaggio: giorno 102. In Perù: giorno 11.
L'altra sera a Cusco devo aver mangiato qualcosa di contaminato. Gli indiziati principali sono la mousse al cioccolato e il succo di papaia. Quest'ultimo era poco denso e forse era stato allungato con acqua di rubinetto, chissà. Ieri mattina mi sono svegliato con uno strano malessere che nel giro di pochi minuti si è tradotto in un perfetto caso da esorcista. Diarrea e vomito a spruzzo esattamente nello stesso momento, situazione logisticamente molto complicata, che ha richiesto notevole virtuosismo… e forse è meglio tacere ulteriori (scabrosi) dettagli. Dopo aver espulso “il demonio“, mi sono infilato nuovamente a letto, senza più rialzarmi fino a questa mattina. Ho praticamente dormito 30 ore di fila, ma ora mi sento piuttosto bene, anche se privo di appetito e deboluccio.
Martina, la ragazza di Firenze che lavora all'ostello Caith, oggi ha la giornata libera e ha organizzato una visita a piedi della città insieme a Flora, una signora peruviana che lavora qui, forse come insegnante (non ne sono sicuro). Hanno invitato anche me e, sperando di avere forze a sufficienza, mi sono unito volentieri.
Girare con una persona del posto è diverso rispetto a muoversi da soli e scopro così molti dettagli ai quali la settimana scorsa non avevo badato. Interessante la famosissima pietra dai 12 angoli (vedi foto) che, a detta di Flora, è LA attrazione più imperdibile di Cusco. Incrociando lo sguardo di Martina, noto con piacere le mie stesse perplessità sulla presunta magnificenza della pietra, ma comunque posiamo accanto al reperto, per la gioia di Flora.
Oggi è domenica e la città è percorsa da vivacissime processioni, con la gente che danza freneticamente, avvolta in travestimenti colorati e suggestivi. Uomini, donne, bambini, anziani, tutti mobilitati. Se ho ben capito si tratta di una serie di eventi che culminerà il 24 giugno, quando i festeggiamenti dureranno giorni e giorni, senza pause.
Per pranzo, Flora ci porta in un locale tipico, frequentato per lo più da peruviani, dove siamo allietati da un gruppo di ballo folcloristico. Sono finalmente riuscito ad assaggiare la famosa chicha de jora. Intenso profumo di lievito e sapore di fermentato che trovo onestamente poco piacevole. Suggestivo comunque pensare che si tratta della più importante bevanda della civiltà Inca.
Domattina saluterò gli amici dell'ostello, ormai diventati quasi una famiglia per me, e partirò alla volta di Puno, grossa città di 230mila abitanti a 3900m di quota, sulle sponde del Lago Titicaca.