In questo post rispondo ad alcune domande che mi sono arrivate in privato. Si tratta senz'altro di argomenti secondari che possono apparire futili o irrilevanti, ma capisco che dettagli di questo tipo in alcune situazioni possano spaventare o fare la differenza.
Bagni nepalesi
Ormai ho una certa esperienza. Cominciamo col dire che l'unico bagno del tutto identico ai nostri l'ho visto solo nell'albergo di Kathmandu, un albergo esclusivamente per occidentali e di buona qualità, diciamo equivalente a un nostro tre stelle.
Il livello immediatamente al di sotto ha solo una piccola differenza: la destinazione finale della carta igienica. Invece di buttarla direttamente nello scarico, va depositata in un apposito cestino. A Chitwan e Pokhara, in alberghi relativamente lussuosi, c'era un rotolo di carta igienica, mentre in molti altri luoghi lungo il cammino era necessario portarsela da fuori.
Andiamo oltre. In generale, la turca è molto più diffusa del classico wc ed è raro che ci sia lo sciacquone. La soluzione di gran lunga più comune è un piccolo rubinetto, un secchio grande e un piccolo secchiello (vedi foto). L'idea è quelle di mantenere il secchio grande più o meno pieno d'acqua. In caso di pipì, si pesca col secchiello e si getta nello scarico. In caso di rifiuti solidi, si può usare direttamente il secchio grande. Leggendo la Lonely Planet, ho anche capito che i nepalesi NON usano la carta igienica. Quando necessario, usano l'acqua del rubinetto, la mano sinistra e… Ammetto di aver provato questo sistema; nonostante la prima impressione un po' schifosetta, alla fine della procedura si è sicuramente più puliti e freschi. In ogni caso, mantengo una netta preferenza per la carta igienica. In tutti bagni esiste un cestino per gli occidentali che non vogliono rinunciare a carta igienica o fazzoletti di carta.
Andiamo oltre… Le ultime due notti prima del passo Thorung La hanno una caratteristica in comune: non c'è l'acqua corrente. Da nessuna parte. I bagni, rigorosamente esterni, hanno la turca, un secchio grande con l'acqua, e il classico secchiello. Se poi uno deve andare di notte, oltre al freddo belluino, si ritrova con un bel blocco di ghiaccio al posto dell'acqua. Non ho idea di quale sia la procedura corretta da seguire, ma immagino che alcune mattine si possano trovare montagne di escrementi (congelati) non digeriti dagli scarichi.
Docce nepalesi
Inutile dire che negli alberghi a Kathmandu, Chitwan e Pokhara esiste sempre la possibilità di fare un'ottima doccia calda.
Dividerei il cammino in tre parti. Dall'inizio del trekking e fino a Manang solo docce solari. Significa che nelle giornate di sole, se si è fra i primi a farsi la doccia, si trova acqua molto calda. Se invece ha piovuto, è stato nuvoloso, o molti altri hanno già fatto la doccia, allora resta una bella doccia tiepidina o quasi fredda. Dopo Manang e fino al passo, come già detto prima, non c'è l'acqua corrente e di conseguenza nemmeno l'acqua calda per la doccia. Io non mi sono lavato per qualche giorno, ma in caso di emergenza dovrebbe essere possibile comprare sacchi di acqua calda da appendere al soffitto. Dopo il passo, nella maggior parte dei casi è possibile fare una doccia calda indipendentemente dal tempo atmosferico.
Cibo
Alcuni mi dicono che nelle foto appaio magrolino e un po' patito. E' vero che probabilmente ho perso qualche chilo, ma non certo per la mancanza di cibo. In realtà sto molto bene e in questo momento sono decisamente in forma. In generale, i pasti sono stati di ottima qualità, viste le condizioni delle cucine. In alcuni luoghi mancava l'acqua corrente, l'elettricità, e nonostante tutto i gestori sono sempre riusciti a garantire un ampio menù con specialità nepalesi, cinesi, italiane, e indiane. Dove indico i prezzi, mi riferisco all'Annapurna Circuit, dove sono direttamente proporzionali alla quota, i.e. in alto aumentano i prezzi.
Del Dal Bhat nepalese ho già parlato in altri post. Sempre un'ottima scelta, anche perché è l'unico piatto dove è prevista la possibilità di fare il bis (e il tris, a volontà). Prezzo variabile fra 2.00 e 4.00 euro.
Di italiano ho provato solo la pizza (da 2.00 a 4.50 euro). Niente male, anche perché non si trattava certo di prodotti surgelati. L'impasto, per quanto diverso dal nostro, era senz'altro genuino e fatto a mano. E' vero che al posto del pomodoro c'era ketchup piccante e al posto della mozzarella formaggio di yak, ma la combinazione non era affatto male. Gli altri piatti italiani onnipresenti erano vari tipi di pasta (maccaronni, spageti) e le immancabili lasayne, in versione veg e no-veg.
Come piatti cinesi ho provato i mo:mo, quelli che da noi si chiamano ravioli al vapore. Ho provato tanti tipi diversi di ripieni e mi sono sempre trovato bene. La porzione standard è di 10 mo:mo, per un costo sempre molto contenuto, diciamo da 1.20 a 2.50 euro. Anche se forse non è un piatto cinese, ho provato la noodle soup. Saporita e spesso piccante, molti in alta quota la prendono a colazione. Io l'ho provata solo una volta come antipasto. A proposito di zuppe, alle alte quote ho gradito molto la French Onion Soup (zuppa di cipolle francese), sempre sotto ai 2 euro.
Come piatti indiani, mi sono appassionato al Chicken Biyriani, un mix di aromi buonissimi ed un piatto molto sostanzioso. Eccellente la presentazione di questo piatto a Marpha, completata da un pomodoro scolpito, contenente una candela accesa… Prezzi leggermente più alti, da 3.00 a 5.00 euro.
In caso di fame acuta, mi sono concesso un rosti di patate con uovo fritto (da 1.50 e 2.50 euro). Fantastico quello di Hile, arricchito con spezie, cipolle e altre verdure.
Per quel che riguarda la colazione, ho attraversato alcune fasi. Fino a Manang ho sempre preso uno speciale the con zenzero, limone e miele, più pane chapati con marmellata e miele. Da Manang al passo, sempre lo stesso the, accompagnato però da pancake di mela. Da Muktinath in poi, latte caldo e uovo fritto. Non ho una spiegazione sul perché di queste scelte; semplicemente di questi cibi avevo voglia.
Laudry service
Inizialmente ho lavato personalmente i panni sporchi. Poi, visti i risultati scarsi e l'avversione istintiva che provo per questo lavoro, mi sono appoggiato ai servizi offerti dagli alberghi e dalle guesthouse. Il lavaggio è sempre molto veloce, mentre l'asciugatura dipende essenzialmente dal sole. A Kagbeni ho beccato un pomeriggio di pioggia e i panni sono rimasti umidicci per un paio di giorni. A Pokhara a Kathmandu invece ho fatto lavare completamente l'intero guardaroba. Non conosco i prezzi negli alberghi italiani, ma immagino che qui siano molto più bassi. A Pokhara, dove ho fatto lavare un grosso sacchettone di indumenti lerci, ho speso poco più di 3 euro.
Altre curiosità
Divertente gironzolare per il quartiere Thamel di Kathmandu. Si tratta della zona più turistica della città, dove sono concentrate quasi tutte le agenzie di trekking, i negozi di articoli (tarocchi) da trekking, le bancarelle dei souvenir, e dove soggiornano praticamente tutti i trekkers durante la parmanenza nella capitale. Mentre cercavo un buon ristorante sono stato avvicinato da un numero imprecisato di tizi che prima mi chiedevano la provenienza (un sorrisone e where are you from?). Poi, con ottima pronuncia, le uniche parole in italiano che conoscevano: fumo? droga? marijuana? hashish?… Dopo il mio diniego, uno di loro, se ho ben capito, mi ha proposto due ore di massaggio con sua sorella, mmm…
Ancora più numerosi quelli che ti avvicinano, fanno i simpaticoni (italiano? ehi a Roma conosco Alex, un caro amico…), per poi proporre trekking super-scontati. Ma qui ho risolto facilmente dicendo chiaramente come prima cosa che ho già camminato e che ho solo un altro giorno in Nepal.
In caso di domande, vedrò di aggiornare questo post con ulteriori curiosità…