Primo contatto con l’alta quota, da Upper Pisang a Manang

Sabato 9 marzo 2013. In viaggio: giorno 9. In Nepal: giorno 8. A piedi: giorno 5.

Annapurna Circuit: giorno 5. Da Upper Pisang (3300m) a Manang (3540m)

Il percorso di oggi era tranquillo tranquillo, sentiero per lo più pianeggiante e comodo, talvolta nella neve, senza grosse difficoltà. A parte la quota, ovviamente. Comincia a farsi sentire. Ogni minima salitina fa scattare il fiatone. Stessa cosa quando si beve, dopo pochi sorsi bisogna fermarsi per respirare a piena bocca. E siamo solo all'inizio…

La tappa di Manang è particolarmente importante. Qui tutti si fermano un giorno in più per riposare e per favorire l'adattamento alla quota. L'idea è quella di lasciare lo zaino nell'albergo e fare qualche gitarella nei dintorni, possibilmente in quota, per prepararsi meglio.

Essendo arrivati molto presto a Manang, Suraj mi ha proposto di anticipare subito a oggi pomeriggio una delle tante escursioni possibili. Salitone pazzesco per andare a trovare il saggio della montagna. Un monaco eremita che, dietro piccolo obolo, offre the caldo e benedizione. Pare abbia 100 anni (età fissa, che non cambia mai…) e viene quindi chiamato One Hundred Lama. Il posticino si chiama Praken Gompa e si trova a 3930m circa. La mia massima altitudine! Ho fatto parecchia fatica a salire; soprattutto verso la fine, contavo i passi. Poco male che l'anziano eremita fosse assente (!!!), sono comunque stato molto contento di arrivare in cima sano e salvo. A meno di imprevisti, dovrei comunque riuscire a battere il record d'altezza già nel corso dei prossimi giorni.

Ora sono qui che scrivo nella sala comune dell'albergo, con l'ipad sotto carica, e una simpatica coppia di neozelandesi di mezza età che giocano a carte. Loro sono partiti parecchi giorni prima di me, ma purtroppo lei è stata molto male verso i 4900m. Stavano quasi per chiamare l'elicottero, ma poi hanno affittato un cavallo e sono tornati qui a Manang. Abbiamo parlato un po' dei nostri progetti di viaggio: anche loro sono partiti dal Nepal, anche loro gironzoleranno per il mondo, solo che loro lo faranno per un anno intero. Sono stati gentilissimi e mi hanno dato tantissime dritte su cosa fare in Nuova Zelanda. Grazie Mandy e Gwyn!

Panorama da Praken Gompa

Annapurna III (7555m), sulla sinistra

Aggiornamento: ho controllato sulla guida. L'eremita non è il lama dai cento anni, ma il lama dalle 100 rupie. La cifra che chiede per la benedizione e per il the…

 

Prima neve, da Chame a Upper Pisang

Venerdì 8 marzo 2013. Viaggio: giorno 8. In Nepal: giorno 7. A piedi: giorno 4.

Annapurna Circuit: giorno 4. Da Chame (2670m) a Upper Pisang (3300m).

Prima o poi doveva succedere. L'ipad si è scaricato del tutto e farlo ricaricare è molto più complicato del previsto. Non mi è chiaro il perché, ma la massima velocità di ricarica che siamo riusciti ad ottenere è di un misero 2% all'ora. Spero mi vada meglio domani. Nel frattempo scrivo alla vecchia maniera, foglio di carta e penna.

Cima secondaria del gruppo del Manaslu, verso sera

Per prima cosa ringrazio quanti (Marta sul blog, altri in privato) mi hanno suggerito i fermenti lattici. Domani con l'aiuto di Suraj, andrò alla ricerca di yogurt, anche se ci hanno detto che siamo fuori stagione. Speriamo bene. A parte la disavventura con il cibo, direi che il fisico risponde bene, anche se siamo ancora troppo in basso (3300m) per trarre conclusioni.

Vediamo di tenere traccia delle temperature notturne in camera. L'altra notte a Bagarchhap (2160m), 8°C. Ieri, a Chame (2670m), 4°C. Questa notte a Upper Pisang (3300m), chissà, forse mi ritroverò le borracce congelate… Sempre a proposito di notte, ho visto il migliore cielo stellato della mia vita. Un nero profondo, infinite stelle mai viste prima, tanto che ho fatto una certa fatica a riconoscere le costellazioni. Se il tempo si mantiene sereno, conto però di trovare cieli ancora migliori le prossime notti.

Il percorso

Già poco dopo l'uscita da Chame questa mattina, ho capito che si inizia a fare sul serio. Il respiro si fa via via più affannoso, si calpesta la prima neve, si vedono i resti di immani slavine invernali (ormai non c'è più pericolo, almeno sul sentiero).

Annapurna II dalla mia stanza (sera)

Upper Pisang è uno spettacolo, una valle con versanti molto ripidi, da una parte il paese, dominato da un'importante monastero buddista, dall'altro l'intera parete Nord dell'Annapurna II (7937m), quasi 5000m verticali, bianchissimi, selvaggi, violenti, minacciosi. Eccola come la si vede dalla finestra della mia camera.

Annapurna II dalla mia stanza (mattino)

Incontri

Durante la visita al monastero, altra bella sorpresa. Ho trovato Serena di Cambio Rotta, conosciuta grazie a Il Cammino. Come previsto, ci siamo incontrati anche senza darci appuntamento, e per di più in uno dei luoghi più suggestivi del cammino. Lei viaggia con un ragazzo israeliano e con uno svedese, senza guide. Sicuramente ci troveremo ancora, anche senza programmare nulla.

A Chame ho anche conosciuto un'interessante coppia, lui inglese trapiantato in Italia, lei italiana di Roma (Chiara). Da gennaio stanno girando India e Nepal con mezzi pubblici e a piedi, esplorando alcune realtà poco note. Ad esempio, hanno trascorso un lungo periodo in una città indiana (non ricordo il nome) costruita a tavolino negli anni '60, seguendo principi di permacoltura, autosostenibilità, ecc. Anche con loro, probabilmente avremo occasione di ritrovarci uno dei prossimi giorni.

Upper Pisang

ottimo inglese!

 

Il primo quasi-ottomila, da Bagarchhap a Chame

Giovedì 7 marzo 2013. Viaggio: giorno 7. In Nepal: giorno 6. A piedi: giorno 3.

Annapurna Circuit: giorno 3. Da Bagarchhap (2160m) a Chame (2675m).

Oggi abbiamo avvistato per la prima volta una delle cime più alte di tutto il circuito, l'Annapurna II, che manca la soglia degli 8000m solo per poche decine di metri. Una certa emozione, anche perché la cima principale, L'Annapurna I, il decimo ottomila, forse non sarà mai visibile durante il nostro trekking. Bello anche alzarsi e, come prima cosa, puntare alcune cime secondarie del gruppo del Manaslu, tutte intorno ai 7000m.

Annapurna II

Annapurna II, con corrente interrotta

Oggi è stata una tappa di tutto riposo, salita concentrata al mattino e arrivo a destinazione a ora di pranzo. Il fisico reagisce bene, la febbre è passata, anche se ancora non sono a posto. Il pensiero di mangiare non mi è piacevole e fatico a svuotare il piatto. Comunque mi sforzo e finora non ho sofferto altre crisi di fame. Da domani supereremo quota 3000m e comincerò ad avere le prime indicazioni su come riuscirò a gestire soggiorni prolungati ad alta quota. Spero che la malattia non vada a incidere troppo.

Connettersi a internet è più difficile del previsto. In teoria Chame dovrebbe essere molto fornita da questo punto di vista, ma purtroppo un incidente non meglio specificato qualche giorno fa ha tagliato la corrente a tutta la città. Illuminazione a candela e difficoltà a ricaricare i dispositivi. Ormai l'ipad è al 4%, quindi se entro domani non trovo il modo di ricaricarlo, dovrò cercare altre soluzioni per tenere il diario. Poco fa ho scovato un tipo che, grazie a un vecchio generatore, è riuscito a far andare il suo router wifi. Ha fatto affari d'oro con i turisti assetati di connessione. Da queste parti 15 rupie al minuto non sono una bazzecola (15 rupie nepalesi = circa 13 centesimi di euro).

Manaslu

Cime secondarie del gruppo del Manaslu

 

Crisi, crisi nera, da Chamje a Bagarchhap

Mercoledì 6 marzo. Viaggio: giorno 6. In Nepal: giorno 5. A piedi: giorno 2.

Annapurna Circuit: giorno 2. Da Chamje (o Chyamche) (1420m) a Bagarchhap (2160m).

E arrivata con un giorno di anticipo, la maledetta crisi del terzo giorno. In realtà non è esattamente colpa mia, ieri sera devo aver mangiato qualcosa di contaminato e ne pago le conseguenze.

Probabilmente si tratta del vino locale Roksie che i gestori mi hanno gentilmente offerto nel dopo cena. Orzo fermentato, servito caldo e con chicchi di riso tostati come guarnizione. Verso mezzanotte ho cominciato a contorcermi nel letto, con rombi sospetti e fitte continue. Alle tre e mezza mi sono arreso e ho passato mezzora in bagno, producendo liquidi molto sospetti in grande quantità. Una volta svuotato tutto quello che c'era da svuotare, fortunatamente le scariche sono terminate, anche se i dolorini mi hanno impedito di dormire. Una simpatica notte, non c'è che dire.

Il peggio è però arrivato di mattina. Nauseato al pensiero di mangiare, ho bellamente saltato la colazione e mi sono incamminato insieme a Suraj su per un bel salitone, con passo incerto e movimenti al rallentatore. La mancanza di energie si è fatta sentire ferocemente e a un certo punto praticamente non riuscivo più a stare in piedi. Fortunatamente la situazione d'emergenze mi ha dato l'impulso giusto per ricominciare a mangiare qualcosa: incredibile cosa possano fare 3 biscotti e 2 succhi di frutta. Dieci minuti dopo sono ripartito rinfrancato e con nuove energie, durate fino all'ora di pranzo.

Arrivati a destinazione verso le 3 del pomeriggio, ho dovuto pagare però lo scotto degli sforzi. Ho infatti dormito fino a ora di cena, cullato dal sacco a pelo caldissimo e da brividi di febbre che spero mi portino a guarire già entro domattina.

Per quel che riguarda il percorso, abbiamo evitato la strada per lunghi tratti, con bellissimi passaggi fra le rocce e numerosi ponti sospesi sul fiume sempre più impetuoso e vicino.

Ora provo a mangiare un'improbabile pizza nepalese (so che non dovrei, ma la curiosità è tanta), e poi a nanna, sperando di non ripetere l'esperienza della notte scorsa.

 

I primi passi, da Bhulbhule a Chamje

Martedì 5 marzo 2013. Viaggio: giorno 5. In Nepal: giorno 4. A piedi: giorno 1.

Annapurna Circuit: giorno 1. Da Bhulbhule (840m) a Chamje (o Chyamche) (1430m).

Allora, siamo partiti! Sei ore di facile cammino, per lo più su strada polverosa, con molti tratti pianeggianti e alcune salitelle. Risaliamo lentamente il fiume, attraversando alcuni paesini che stanno vivendo una fase delicata della loro esistenza. La strada infatti è una cosa nuova che sta avendo un forte impatto sulla popolazione, nel bene e nel male. Li avvicina di moltissimo al resto del paese, da tutti i punti di vista, ma cambia drasticamente il paesaggio e con ogni probabilità sempre meno gente percorrerà l'Annapurna Circuit in futuro, ponendo fine a tutta l'economia che genera / generava. Poco prima di arrivare a destinazione ho potuto apprezzare un breve tratto dove la strada non si è ancora sostituita all'antico sentiero e… beh, una differenza enorme.

A detta di Suraj abbiamo tenuto un buon passo, senz'altro adeguato per portare a termine il cammino senza arrivare al limite delle mie risorse energetiche. Meglio così, speriamo non si sbagli!

Ho visto i portatori e, soprattutto, i pesi che trasportano. Una cosa impressionante (vedi foto). Ogni tanto si fermano anche loro a riposare, ma di norma cercano di arrivare il prima possibile, per minimizzare il tempo passato con l'immane carico sulle spalle. Ho anche incontrato una grosso gruppo, probabilmente di ritorno da un trekking più impegnativo sul Manaslu. E' stato bello vedere quanto fossero contenti di finire, scherzavano, ridevano, ululavano, sempre con i loro 25 / 30 kg sulle spalle.

A pranzo ho anche imparato a mangiare come un nepalese, sotto gli occhi divertiti di Suraj e degli altri commensali. Niente posate: si versa il dal sul bhat, lo si mescola con le dita fino a farne delle belle palline e poi si porta alla bocca, sempre usando la mano destra. Allo stesso modo si prendono e si mischiano gli altri cibi d'accompagnamento. L'unica difficoltà consiste nel riuscire a immergere le mani nel riso bollente… mancava poco che cacciassi un urlo da ustione. I nepalesi non battono ciglio per le alte temperature, probabilmente hanno i polpastrelli d'amianto.

Ho condito il tutto con una birra locale piuttosto buona, la Everest Beer. Dice Suraj che per adesso bere birra va bene, ma da Manang in poi (i.e. sopra i 3500m) è sconsigliata perché favorisce il mal di montagna. A questo proposito, ho scoperto che a colazione si può ordinare, al posto di the o caffè, una bevanda calda molto buona, a base di zenzero, limone e miele. Di nuovo, sopra i 3500m è altamente consigliata per prevenire i malesseri legati all'altitudine.

La guesthouse di oggi si chiama Super Rainbow View ed è di fronte a una bellissima cascata alta 220m. Ecco come la si vede dalla mia stanza. Siamo arrivati giusto giusto 10 minuti prima di un immane temporale (fortunelli), ora aspetto che termini, per cercare di avvistare il super rainbow! A parte il temporale, il sole picchia ferocemente e le temperature sono pienamente estive; secondo me oggi abbiamo superato i 30 gradi… Poco male, fra pochi giorni sperimenteremo l'estremo opposto; Suraj mi ha detto che la notte prima dello scollinamento potremmo ritrovarci con -15 in camera, brrr.

Toh, mentre scrivevo sono stato interrotto dal mio vicino di stanza, un signore australiano sulla 60ina abbondante che viaggia da solo. Mi ha chiesto di togliergli una zecca dal collo. Operazione riuscita alla perfezione, ma adesso sarà il caso che mi controlli per bene anch'io…

 

9 ore di autobus, da Kathmandu a Bhulbhule

Lunedì 4 marzo 2013. Viaggio: giorno 4. In Nepal: giorno 3.

Oggi ho fatto la conoscenza con la persona che mi seguirà passo passo per i prossimi 15 giorni. Inoltre, ho stabilito un primo contatto con gli autobus pubblici nepalesi.

Appuntamento alle 6 in albergo con la guida: si chiama Suraj Pokhrel, molto tranquillo, un ragazzo di 21 anni che alterna studi di sociologia (ha quasi finito la laurea breve) all'attività di guida. Ha iniziato 5 anni fa come portatore semplice, per poi diventare ufficialmente guida due anni dopo. Ha ormai percorso l'Annapurna Circuit una quindicina di volte, in tutte le condizioni, compresa la stagione delle piogge (esperienza horrible, dice). E' un po' timido e la conversazione non è facilissima, ma sa sicuramente il fatto suo. Tutte le volte che può anticipa le mosse rispetto agli altri escursionisti, tanto che sono stato il primo a salire sull'autobus, il primo a completare la registrazione, il primo a ricevere il pasto… insomma, finora tutto bene, anche se non ha la facilità comunicativa o la cultura ad ampio spettro della guida di ieri.

Veniamo ai mezzi di trasporto. Ne esistono di diversi livelli, dagli autobus turistici di lusso con aria condizionata e tv, ai carretti trascinati a mano. Oggi ho viaggiato su un normale autobus di linea nepalese, lo stesso che prendono le persone del posto. L'autista (vedi foto) ha una maglietta che è tutta un programma e Suraj ha tramato per farmi avere, ancora prima che lo chiedessi, il posto migliore, quello davanti con più spazio per le gambe. Abbiamo impiegato 9 ore per fare 185km, con ultima ora su strada in condizioni spaventose. La foschia di oggi ha limitato la grandiosità dei paesaggi e ho potuto concentrarmi sulle persone; oltre agli ovvi occidentali che come me si dedicheranno al trekking, ho trovato alcuni personaggi locali davvero notevoli, dalla vecchietta che trasporta un sacco da 40kg, alle mamme allattanti, dal tizio coi galli vivi in mano, ai bambini in giacca e cravatta (la loro divisa scolastica).

Ecco l'autobus

Bella la figura dell'helper, un tipo che resta quasi tutto il viaggio appeso fuori dalla porta del bus, pronto a lanciare informazioni in codice all'autista in caso di emergenze, clienti, o qualunque altra cosa possa succedere. E i numerosi bus in avaria abbandonati lungo la strada testimoniano quanto spesso tali inconvenienti possano capitare.

Per concludere, ecco una fotografia del complesso dove dormirò questa notte. Posto piacevole, tranquillo, ed estremamente economico. In realtà non devo pagare nulla perché l'alloggio è già compreso nella quota, ma una stanza doppia costa l'equivalente di 2 euro…

 

Giorno 3: Kathmandu, Nepal

Domenica 3 marzo 2013. Giro del mondo: giorno 3. In Nepal: giorno 2.

Il primo approccio non è stato dei migliori. Sono arrivato in piena notte, dopo quasi 40 ore di viaggio, in preda a allucinazioni da privazione di sonno. Ho visto i primi scorci di Kathmandu dal finestrino dell'auto che mi ha accompagnato all'albergo: strade molto dissestate, traffico caotico, cani randagi ovunque, case malmesse, personaggi strani… un quadro quasi spaventoso, direi.

Fortunatamente la notte ha portato consiglio e, dopo il sonno ristoratore, ho iniziato la giornata con occhi nuovi. Dopo un breve incontro organizzativo con Arjun, uno dei manager dell'agenzia, sono partito per la visita alla città. Sarebbe noiosissimo ripetere per filo e per segno quanto visto e imparato; mi limiterò quindi ad alcuni elementi che mi hanno colpito particolarmente.

Bikash Shrestha

Prima di tutto, la guida che mi ha accompagnato tutto il giorno. Si chiama Bikash ed è una persona notevole. Sempre molto gentile, entusiasta e disponibile, ha una vera passione per tutto ciò che riguarda la profonda relazione fra induismo e buddismo in questa regione. Durante la bassa stagione insegna microbiologia all'università, altrimenti fa la guida a tempo pieno, in inglese, spagnolo e francese. Due o tre volte all'anno lavora anche come guida trekking; purtroppo non sarà lui però ad accompagnarmi i prossimi giorni.

A metà mattina una signora inglese ha sentito parlare Bikash mentre mi spiegava i dettagli di una rappresentazione del dio indù della morte. Impressionata dalla padronanza della lingua e dalla profondità della presentazione, si è poi avvicinata e timidamente ci ha chiesto se poteva unirsi a noi. Ecco che così ho conosciuto Shirley, da Londra, che da dopodomani passerà un mese nel sud del paese a insegnare come si realizzano i mosaici ai bambini salvati dalla tratta dei circhi (i bambini vengono rapiti e portati in India per lavorare nei circhi in condizioni disumane, in schiavitù).

Scimmie

Una moltitudine di scimmie gironzola indisturbata per i templi della città. Le regole sono semplici: non guardarle negli occhi e non tenere in mano oggetti commestibili. Ne sa qualcosa il tizio che, come me, stava fotografando questo esemplare (vedi foto). Mentre armeggiava con le focali, la scimmia ha fatto un balzo, gli ha aperto la mano, e gli ha rubato la caramella… pare capiti spesso.

Cibo e prezzi

Ho finalmente provato il famoso dal bhat, il cibo che mi accompagnerà per tutto il periodo nepalese. Una salsa piuttosto liquida e delicatamente speziata, da versare sul riso bianco (riso bianco = bhat). Molto buono! In questo caso (vedi foto), c'erano ottimi accompagnamenti. Da destra: il dal, un curry di pollo, verdure speziate tarkari, yogurt (come dessert), e l'achar, una cosa rossa piccante e molto salata. Ho ripetuto anche a cena, in un altro locale, spendendo poco meno di 4 euro, compresa birra da 66cl.

In generale, i prezzi sono molto bassi, sia per gli alimentari, sia per gli articoli da trekking. In quest'ultimo caso ho però il sospetto che girino dei falsi… mah

Curiosità

  • L'energia elettrica è razionata e a Kathmandu arriva solo 12 ore al giorno. Gli orari sono complicatissimi e dipendono da molte variabili. Pare esista un'applicazione android per sapere, zona per zona, quando ci sarà la corrente. Non ho ancora provato a cercarla, ma dovrebbe bastare usare come chiave di ricerca “load shedding“.
  • Guida a sinistra e traffico estremamente caotico e avventuroso.

Domani

Sveglia prima dell'alba e viaggio in autobus nepalese fino al punto di partenza del trekking. Farò anche la conoscenza con la guida che mi accompagnerà per i prossimi 16 giorni… speriamo bene.

 

Toccata e fuga a Hong Kong

Dalle 6:45 alle 19:10 di sabato 2 marzo

Non c'è molto da dire, la pausa di 14 ore a Hong Kong era ampiamente prevista, anche se non sapevo se sarei rimasto tutto il giorno a dormire in aeroporto o se sarei uscito a fare il turista mordi e fuggi. Alla fine, nonostante il nebbione, ho preso il trenino Airport Express e ho dato un'occhiata molto superficiale in centro.

La prima impressione è di essere finito in un enorme centro commerciale scintillante. I numerosi grattacieli sono infatti collegati fra loro da passerelle pedonali coperte, sopraelevate rispetto alla strada, per cui sembra di poter camminare all'infinito senza mai uscire. La gente va un po' di fretta e la società è decisamente multietnica e anglofona… beh, anche per la presenza del porto e dei moli sembra di essere a New York o a Boston.

Unico lato positivo, il cibo. Mi sono infilato in un ristorante specializzato in zuppe e involtini, frequentatissimo. Chi si presenta da solo viene assegnato ad una grande tavolo da 7 persone, tutti sconosciuti fra loro. Ho così potuto osservarli mangiare e fare la figura dell'inesperto che chiede consiglio. Oltre ad aver bevuto la vaschetta del sugo piccante (pensavo fosse una zuppa), scatenando l'ilarità generale, non ho combinato altri guai. Ho anche notato con piacere che non si fanno problemi ad aiutarsi costantemente con il cucchiaio da zuppa, anche quando mangiano altri piatti: incoraggiante.

Fra quattro ore riparto alla volta della “vera” prima tappa del viaggio. Durante il primo volo ho dormito pochissimo e ora ho quindi le palpebre pesanti, ma sono sicuro che una volta arrivato a Kathmandu sarò vispo come un grillo!

Visto per Hong Kong

Visto per Hong Kong

 

Biglietto aereo RTW

Mappa mondo, 1:140MFinalmente ho fra le mani il biglietto aereo: quattro fogli A4 fitti fitti di destinazioni, date, orari, coincidenze.

Il biglietto è di tipo RTW (round-the-world) e, fra le varie alleanze di compagnie aeree che emettono prodotti del genere, alla fine ho scelto oneworld. Mi piaceva la tariffa oneworld Explorer, basata sul numero di continenti visitati e con pochi vincoli sulla direzione da tenere all'interno di ciascun continente. Dal simulatore online sembrava inoltre l'unica alleanza in grado di proporre l'attraversamento del Pacifico direttamente dall'Oceania al Sud America (via Tahiti e Isola di Pasqua), senza passare per forza da Canada o Stati Uniti.

Vista la mia inesperienza nell'organizzare viaggi di questa complessità, ho deciso di appoggiarmi ad un'agenzia di viaggi locale. Dopo averne valutate diverse, ho scelto Viaggi Del Sogno, dove la gentilissima Stefania mi ha aiutato in tutto il processo, dall'analisi delle stagioni ottimali per ogni destinazione, alla procedura di prenotazione. In particolare, ha scoperto che l'unico modo per includere Tahiti e Isola di Pasqua era di passare ad un altro tipo di tariffa, sempre della stessa alleanza, di costo leggermente superiore (circa 500 euro di differenza). Il biglietto alla fine è quindi un Global Explorer Livello 3 (fino a 34000 miglia), classe economica. Al prezzo base (fisso) di 3075 euro bisogna aggiungere le tasse, che dipendono dalle destinazioni scelte. Nel mio caso si tratta di 926.5 euro, per un costo complessivo di 4001.50 euro.

Di seguito, tutte le tappe.

Tratta 1: Milano, Italia – Kathmandu, Nepal

  • Volo CX 234 Cathay Pacific. Partenza da Milano Malpensa alle 12:20 del 1 marzo. Arrivo a Hong Kong alle 6:45 del 2 marzo. Durata: 11:25.
  • Volo CX 6746 Dragonair. Partenza da Hong Kong alle 19:10 del 2 marzo. Arrivo a Kathmandu, Nepal alle 22:10 del 2 marzo. Durata: 5:15.

Resterò in Nepal dal 2 al 25 marzo (24 giorni). Come anticipato, mi concentrerò sul famoso trekking chiamato Annapurna Circuit.

Tratta 2: Kathmandu, Nepal – Bangkok, Thailandia

  • Volo CX 6731 Dragonair. Partenza da Kathmandu, Nepal alle 23:30 del 25 marzo. Arrivo a Hong Kong alle 6:00 del 26 marzo. Durata: 4:15.
  • Volo CX 713 Cathay Pacific. Partenza da Hong Kong alle 9:10 del 26 marzo. Arrivo a Bankok, Thailandia alle 11:10 del 26 marzo. Durata: 3:00.

Resterò in Thailandia, con probabili puntate in Cambogia e / o Laos dal 26 marzo al 10 aprile (16 giorni).

Tratta 3: Bangkok, Thailandia – Sydney, Australia

  • Volo QF 024 Qantas. Partenza da Bangkok, Thailandia alle 18:25 del 10 aprile. Arrivo a Sydney, Australia alle 6:45 dell'11 aprile. Durata: 9:20.

Resterò in Australia dall'11 al 24 aprile (14 giorni), spostandomi via terra da Sydney a Melbourne.

Tratta 4: Melbourne, Australia – Auckland, Nuova Zelanda

  • Volo QF 131 Qantas. Partenza da Melbourne, Australia alle 11:50 del 24 aprile. Arrivo a Auckland, Nuova Zelanda alle 17:35 del 24 aprile. Durata: 3:45.

Resterò in Nuova Zelanda dal 24 aprile al 12 maggio (19 giorni). Ho in programma diverse attività a piedi. Maggiori dettagli in futuro.

Tratta 5: Auckland, Nuova Zelanda – Tahiti, Polinesia Francese

  • Volo QF 3825 Qantas. Partenza da Auckland, Nuova Zelanda alle 14:20 del 12 maggio. Arrivo a Tahiti alle 21:15 dell'11 maggio (sì, arriverò il giorno prima di partire!). Durata: 4:55.

Resterò a Tahiti e isole limitrofe dall'11 al 21 maggio (11 giorni). Ci sono alcuni interessanti trekking sulle isole, alcuni dei quali raggiungono anche i 2000m di quota: penso proprio che ne proverò qualcuno.

Tratta 6: Tahiti, Polinesia Francese – Isola di Pasqua, Cile

  • Volo LA 836 Latam. Partenza da Tahiti alle 2:00 del 21 maggio. Arrivo all'Isola di Pasqua alle 11:25 del 21 maggio. Durata: 5:25.

Resterò sull'Isola di Pasqua dal 21 al 26 maggio (6 giorni). Non ho ancora definito alcun programma.

Tratta 7: Isola di Pasqua, Cila – Santiago, Cile

  • Volo LA 842 Latam. Partenza dall'Isola di Pasqua alle 13:10 del 26 maggio. Arrivo a Santiago, Cile alle 19:55 del 26 maggio. Durata: 4:45.

Resterò in Cile dal 26 al 30 maggio (5 giorni). Nessun programma definito per ora.

Tratta 8: Santiago, Cile – Lima, Perù

  • Volo LA 634 Latam. Partenza da Santiago, Cile alle 8:05 del 30 maggio. Arrivo a Lima, Perù alle 11:05 del 30 maggio. Durata: 4:00.

Resterò in Perù e Bolivia dal 30 maggio al 17 giugno (19 giorni). Non ho ancora un programma ben definito, ma mi dedicherò quasi esclusivamente ad attività a piedi.

Tratta 9: Lima, Perù – Milano, Italia

  • Volo IB 6650 Iberia. Partenza da Lima, Perù alle 19:45 del 17 giugno. Arrivo a Madrid, Spagna alle 14:25 del 18 giugno. Durata: 11:40.
  • Volo IB 3256 Iberia. Partenza da Madrid, Spagna alle 18:55 del 18 giugno. Arrivo a Milano Linate alle 21:05 del 18 giugno. Durata: 2:10.

E qui si conclude il biglietto RTW. Non finisce invece il mio viaggio! Dopo una notte di riposo a Milano, conto infatti di ripartire immediatamente per la Turchia.

Tratta 10 e 11: Milano – Turchia e ritorno

Partenza il 19 giugno e ritorno in data ancora da stabilire. Il programma è di passare alcuni giorni a Istanbul con un amico turco e di spostarmi poi al punto d'inizio della Via Licia, con l'intenzione di percorrerne a piedi almeno i primi 100km. Non escludo però la possibilità di camminarla tutta. Al momento i costi dei voli da e per la Turchia, inclusi quelli interni, sono piuttosto bassi; alcune decine di euro. Entro la fine di febbraio prenoterò anche questi biglietti aggiuntivi.

Aggiornamento 7 aprile 2013: finalmente ho prenotato tutti i voli per la Turchia. Ecco i dettagli.

  • Volo PC706 Pegasus Airlines. Partenza da Bergamo Orio al Serio alle 14:00 del 19 giugno. Arrivo a Istanbul SAW alle 17:45 del 19 giugno. Qualche giorno per visitare Istanbul.
  • Volo PC272 Pegasus Airlines. Partenza da Istanbul SAW alle 17:00 del 23 giugno. Arrivo a Dalaman, Turchia alle 18:15 del 23 giugno. Poi autobus fino a Fethiye, punto di partenza del cammino.
  • Volo TK2921 Turkish Airlanes. Partenza da Antalya, Turchia alle 9:25 del 13 luglio. Arrivo a Instanbul SAW alle 10:35 del 13 luglio.
  • Volo TK1901 Turkish Airlanes. Partenza da Instanbul SAW alle 13:00 del 13 luglio. Arrivo a Milano Malpensa alle 15:00 del 13 luglio.

 

Giro del mondo 2013

Mondo 560x231L’idea mi girava in testa già da qualche anno. Prima i racconti di FrancoT, poi l’iscrizione alla newsletter di BootsnAll, il cammino del 2012, infine la recente lettura di Vagabonding (grazie FabioB), mi hanno instillato il desiderio di viaggiare, senza limiti geografici, per un lungo periodo di tempo. Per una serie di circostanze favorevoli, posso ora realizzare il sogno: quattro mesi in giro per il mondo, da marzo a fine giugno!

In tema con il blog, cercherò di conciliare il puro turismo e la spinta a camminare. Prevedo infatti lunghi periodi a piedi, in alcuni dei luoghi più belli del mondo. Le destinazioni sono ormai ben definite nella mia testa, anche perché a brevissimo devo finalizzare tutto: biglietto aereo, prenotazioni, documenti, visti, assicurazione, vaccinazioni, ecc.

Mi sembra comunque opportuno riportare di seguito la wishing list iniziale. Alcune delle destinazioni non saranno possibili, ma è bene tenerne traccia per il futuro. Mi piacerebbero, in ordine sparso:

  • Nepal: lungo trekking in Himalaya, probabilmente l’Annapurna Circuit. Tre settimane a piedi intorno all’Annapurna (8091m), la decima montagna più alta del mondo, superando il passo Thorung La (5416m).
  • Giappone: pellegrinaggio di Shikoku, detto anche degli 88 templi. Vista la lunghezza di 1200km non lo affronterò quest’anno, ma resta nel mirino.
  • Nuova Zelanda: Te Araroa, cammino molto selvaggio, dal punto più a nord dell’isola nord a quello più a sud dell’isola sud, per un totale di oltre 3000km. Conto di provarne almeno un pezzettino, diciamo un centinaio di km.
  • Perù e/o Bolivia: El Camino Inca (quello del Machu Picchu), Isla Taquile (lago Titicaca), Circuito dell’Illampu, Salar de Uyuni… uno o più di questi.
  • Turchia: Via Licia, 500km, tre settimane abbondanti, pare sia bellissimo.
  • Creta, Grecia: un pezzettino, sulle orme di Luca Gianotti.
  • come mete puramente turistiche (non per trekking): Thailandia e sud-est asiatico, qualche isola del pacifico, Australia, Isola di Pasqua, Cile.

Anche quest’anno, quando possibile, scriverò un diario che poi condividerò in diretta su questo blog. Ne parlerò più diffusamente in un altro post, ma le mie (dis)avventure saranno proposte anche ai lettori de Il Cammino, la newsletter de La Compagnia dei Cammini, l’associazione con la quale ho camminato più volte nel corso degli ultimi anni (Corsica estate 2011, Alta Langa capodanno 2012 e Monte Amiata fra un paio di giorni).